«I fanciulli trovano il tutto anche nel niente»

Il romanzo di quando era bambino è uno, forse il più bello, dei romanzi che compongono come tante scatole cinesi la vita di Giacomo Leopardi.

Paolo Di Paolo lo ha trasfigurato con ispirazione e col suo poetico racconto ci conduce per mano, grandi e piccoli, prima attraverso le stanze della grande casa di Recanati e poi, via via, sempre più a fondo, nei meandri del cuore turbato di Giacomo.

Di Paolo scrive il suo testo cogliendo la spinta alla recita che muoveva Leopardi da bambino e che segretamente (forse anche a se stesso) lo muoverà tutta la vita, una scoperta che per me fu decisiva quando decisi di mettere in scena le Operette morali. Il poeta che si voleva triste e depresso (ma per fortuna questo luogo comune, duro a morire, comincia a mostrare crepe profonde sotto i colpi dei tanti che Giacomo lo amano per la sua fame di vita), quel poeta da bambino era in realtà un eccitatissimo regista e attore. Il racconto di Di Paolo si ispira sia alla sua vena precocissima di drammaturgo “classico” autore di drammi in versi, sia all’amore per il teatro dei burattini: ancora oggi a Recanati è possibile vedere quei magici palcoscenici retroilluminati che incantavano i piccoli Leopardi, un’immagine bergmaniana. Non manca, e non poteva essere altrimenti, la ribellione in versi contro la minestra! «I fanciulli trovano il tutto nel nulla, gli adulti il nulla nel tutto» è una famosa frase di Leopardi: la ribellione di Giacomo contro gli “adulti” sarà a tappeto, la faccia della medaglia che ride (l’altra è quella malinconica, tratteggiata con uguale finezza da Di Paolo), nulla sfuggirà alla furia vitale del suo sguardo privo di ipocrisie. Coglierla da bambino è l’occasione imperdibile per cominciare ad amare il favoloso poeta.

 

Prefazione di Mario Martone a Giacomo, il signor bambino, Paolo Di Paolo, Rrose Sélavy, 2015.
Illustrazioni di Gianni De Conno.

 

Gianni De Conno

 

 

12 luglio 2015

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