Prima di diventare, come spesso sono oggi, impiegatizi e un po’ aridi, gli scrittori erano maghi. Indecisi se disegnare, raccontare storie o diventare ballerini di tip tap, capivano a naso che «la differenza tra un ottimo stile e la vera arte è sottile ma feroce»; sapevano che il talento è anche una frusta «predisposta unicamente per l’autoflagellazione», e che la vera letteratura nasce dall’oscurità, dalla parte «più folle della follia». Continue reading